Concordato Preventivo: pro e contro delle nuove regole sul CPB

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24 Settembre 2025, di Redazione PMI.it

Il Decreto Legge n. 81/2025 ha modificato in parte il sistema del Concordato Preventivo Biennale (CPB), che oggi rappresenta un nuovo strumento di compliance per molti professionisti e associazioni professionali. Le modifiche apportate, in vigore dal biennio 2025-2026, mirano a rafforzare la coerenza fiscale tra i professionisti individuali e gli enti associativi di riferimento, introducendo nuove cause di esclusione e cessazione dal CPB.

La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro fa il punto con l’approfondimento “Cpb: nuove cause di esclusione e cessazione per autonomi, associazioni professionali e Stp”.

CPB verso una maggiore coerenza fiscale

L’art. 9 del Decreto Legge n. 81/2025 modifica il sistema del CPB, mirando a garantire che i soggetti che partecipano a un’associazione o una società tra professionisti (STP) abbiano una posizione fiscale omogenea, evitando cioè che il singolo contribuente possa scegliere unilateralmente di aderire al concordato senza tenere conto della situazione complessiva del suo ente di riferimento.

Questo approccio mira a evitare che, con il passare degli anni, si creino disallineamenti tra il reddito dichiarato dai singoli professionisti e quello dei gruppi o delle strutture professionali cui appartengono.

Le nuove cause di esclusione dal CPB

Una delle principali novità riguarda l’introduzione di nuove cause di esclusione dal CPB, che colpiscono i professionisti che dichiarano redditi di lavoro autonomo e che, al contempo, sono partecipanti di associazioni o società traprofessionisti. Le modifiche introdotte riguardano principalmente:

  • titolari di reddito di lavoro autonomo che, contemporaneamente, partecipano a un’associazione professionale o a una società tra professionisti (in questi casi, se l’associazione o la società non aderiscono al CPB nei medesimi periodi d’imposta, i soci o associati che dichiarano individualmente redditi di lavoro autonomo vengono esclusi dal CPB);
  • associazioni o società tra professionisti, che non potranno aderire al CPB se i soci o associati che dichiarano redditi di lavoro autonomo non aderiscono allo stesso (in altre parole l’intera struttura deve decidere di aderire in modo unitario al concordato, altrimenti si rischia di incorrere in un blocco reciproco all’adesione).

Le nuove cause di cessazione dal CPB

Non solo l’ingresso nel Concordato è stato influenzato dalle modifiche, ma anche il mantenimento del regime del CPB è stato reso più rigido. Se un professionista o un’associazione professionale che ha aderito al CPB non rispetta il coordinamento tra la sua adesione e quella dei soci, la sua adesione verrà cessata. Le nuove cause di cessazione:

  • per il professionista autonomo se l’associazione o la STP cui partecipa non aderiscono al concordato;
  • per l’ente associativo, se non segue un coordinamento preciso con tutti i soci o associati, potrebbe essere escluso dal CPB, compromettendo l’adesione del professionista.

Le possibili criticità del nuovo sistema

Pur con l’intento di rendere il sistema fiscale più coerente e omogeneo, il nuovo regime presenta comunque delle potenziali criticità.

In primo luogo, l’obbligo di un coordinamento perfetto tra professionista e struttura associativa o societaria potrebbe rivelarsi problematico, soprattutto per quelle situazioni in cui i soci o associati operano in contesti economici diversi, con impatti diversi sul reddito. Inoltre, le scelte temporali non allineate tra i vari soggetti coinvolti potrebbero determinare blocchi nell’adesione al CPB, creando difficoltà organizzative che potrebbero compromettere l’adesione stessa.

Un’altra criticità riguarda il tema degli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), che devono essere applicabili per poter aderire al CPB. Tuttavia, non è chiaro cosa accada nel caso in cui gli ISA siano approvati ma non applicabili, una situazione che potrebbe portare a ingiustificate esclusioni dal CPB, creando un vuoto normativo da risolvere.

Le raccomandazioni dei Consulenti del Lavoro

Le nuove disposizioni, sebbene coerenti, richiedono un coordinamento preventivo e un’attenta pianificazione per evitare esclusioni e cessazioni dal CPB. È fondamentale che i professionisti verifichino la posizione degli enti cui partecipano, che le STP e le associazioni si coordinino con tutti i soci e associati e che venga effettuata una valutazione completa sull’applicabilità degli ISA. In caso di disallineamenti o malintesi, l’adesione al CPB potrebbe essere compromessa, con conseguenze fiscali rilevanti.

L’auspicio è che l’Agenzia delle Entrate possa intervenire con ulteriori chiarimenti per risolvere i dubbi applicativi, in particolare per quanto riguarda gli ISA e i casi di esclusione automatica causati da disallineamenti tra soci e enti.

Il futuro del CPB appare più rigido, ma certamente più allineato, e solo con una corretta gestione delle adesioni e dei coordinamenti si potranno evitare problematiche economiche e fiscali.